lunedì 23 dicembre 2013


open supporta:



UNA MUSICA PUO' FARE
concerti diffusi a sostegno delle vittime dell'alluvione

L’iniziativa di beneficienza, patrocinata dal Comune di Cagliari con la collaborazione del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo e della Biblioteca Universitaria di Cagliari, si terrà in vari spazi cittadini domenica 29 dicembre.

L’iniziativa - Nato da un’idea di un collettivo di musicisti cagliaritani, l’evento si propone di raccogliere fondi da destinare alle vittime dell’alluvione in Sardegna, grazie alla partecipazione di grandi e piccole realtà musicali di Cagliari e dell’isola, passando per operatori e associazioni culturali, pub e bar legati alla musica dal vivo, fonici e tecnici del suono, giornalisti e grafici. Saranno in programma circa 30 concerti diffusi in vari teatri e spazi cittadini nell’arco dell’intera giornata, in due fasce orarie: 11-16,30 e 18-23.

Il ricavato – I fondi raccolti saranno interamente devoluti all’associazione ANTEAS, una Onlus nazionale con dimensione regionale e territoriale, che si preoccuperà - nella massima trasparenza - di acquistare beni necessari alle persone colpite da questa terribile alluvione, consegnando tutto dopo un’analisi attenta sulle reali necessità.


Gli spazi – Piccolo Auditorium, Galleria comunale d’arte, Spazio Search, Biblioteca Universitaria – Sala Settecentesca, Teatro Sant’Eulalia.

Gli ospiti – Ratapignata, Armeria dei Briganti, Almamediterranea, Zaman, Joe Perrino, Peter Waters, Mario Brai & Arrogalla, Andhira, The Heart & The Void, Claudia Aru Trio, Vittorio Pitzalis, Riccardo Melis, Lobo Kassam, Nepomuceno Bolognini, Andrea Porcu, Bob Forte, Herbert Stencil, Tck, Rubens Power Trio, Samba Social Club, Yacobai, Ultraviolet, Skonk House Sphyrena, Open Mic Cagliar, Beeside, Blues Maniac , Buddhafest, Danilo Casti, Davide Mocci, Escluso il cane, Goose, Grazie Fred, GrinderOnHead, Hot Trigger, Loungedelica, Mac & The Bee.

Non solo musica - Interventi estemporanei tra un concerto e l'altro degli artisti: Daniele Monachella, Giuseppe Boy con Gianna Deidda, Giacomo Casti, Camilla Soru, Tiziana Martucci, Lia Careddu, Stefano Ledda, LaTrave Nell'Okkioo, Cristina Fonnesu con Corrado Licheri.

Dopo Festival: Jam Session finale al Bier Keller di Viale Trieste a cura di Open Mic di Cagliari.

Organizzatori: Chiara Figus e Valentina Esu con la preziosa collaborazione di Frank Stara e di Andrea Moi.

Le associazioni – Carpe Diem, Anteas, Gruppo Locale di Cagliari per ActionAid, Chourmo, Altrove, L’Aquilone di Viviana, Pangea, Slot Mob, Unica Radio, Artiribe, Le città invisibili.

Ufficio stampa: Nicola Muscas

GRAZIE A:
Flavio Secchi per aver creato il bellissimo disegno in locandina;
Andrea Moi per il supporto nell'organizzazione, Livio Loi e Rosangela Piras per il loro fondamentale aiuto logistico;
Federico Cau per la grafica;
Simone Cavagnino e Unica Radio per le interviste e le dirette;
Cinzia Murgia, Rossella Serri, Marta Cincotti, Nike Gagliardi per l'aiuto, il sostegno nel crowdfunding e nel coinvolgimento delle altre associazioni, nella promozione e nell'organizzazione.


Una Musica può fare




venerdì 16 agosto 2013



L'autismo viene attualmente inserito dal DSM nell'ambito dei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo con il codice F84.0 'Disturbo Autistico'[299.00]. "Le caratteristiche fondamentali del Disturbo Autistico sono la presenza di uno sviluppo notevolmente anomalo o deficitario dell'interazione sociale e della comunicazione, e una notevole ristrettezza del repertorio di attivita' e di interessi"[1]. Le manifestazioni sono variabili a seconda del livello di sviluppo e dell'eta' cronologica del soggetto (si manifesta nell'infanzia e nella maggioranza dei casi si protrae nell'eta' adulta). Il disturbo esordisce prima dei 3 anni di eta' e le manifestazioni sono sottili e difficili da definire rispetto alle manifestazioni dei bambini dopo i due anni di eta'. Le aree che possono essere compromesse sono: l'area dell'interazione sociale (compromissione dei comportamenti non verbali, incapacita' di sviluppare relazioni sociali con i coetanei, mancanza delle convenzioni che regolano le integrazioni sociali, tendenza alla solitudine, incuranza degli altri e dei loro bisogni), l'area della comunicazione (ritardo o mancanza del linguaggio parlato, incapacita' di sostenere conversazioni, mancanza di giochi di simulazione o imitazione, difficolta' nell'intonazione, velocita' e ritmo della conversazione, stereotipia e ripetizione, comprensione ritardata del linguaggio). La gamma degli interessi e' spesso ristretta, si osserva monotonia, strereotipia e resistenza ai cambiamenti, seppur banali. E' frequente una correlazione o diagnosi associata con Ritardo Mentale, Iperattivita', Deficit di Attenzione, aggressivita', autolesionismo, anomalie nell'alimentazione, nel sonno, nell'umore, nelle affettivita', mancanza di paura o paura eccessiva di fronte a situzioni innocue, possibilita' di incorrere in Depressione durante l'adolescenza o in eta' adulta. Talvolta possono essere presenti capacita' speciali di lettura, di calcolo o di logica.
Diagnosi:
La diagnosi viene eseguita in base a comportamenti osservabili (criteri) descritti nei due principali manuali diagnostici:
- DSM-IV(Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, American Psychiatric Association), in pubblicazione (anno 2013) il DSM V.
- ICD-10,(Classificazione Internazionale delle Malattie e dei problemi sanitari correlati, curata dall'Organizzazione Mondiale della Sanita').
Baron-Cohen [2] ha dimostrato che nei casi piu' gravi la diagnosi pu' essere fatta con relativa certezza a partire dai 18 mesi. Le diagnosi vengono generalmente eseguite dall'unita' autorizzata dalla ASL di competenza. Per il territorio della ASL di Cagliari esistono tre Punti Unici di Accesso(PUA) che vi indicheranno l'Unita' di Neuropsichiatria infantile e dell'Adolescenza piu' vicina alla Vostra abitazione.
Diagnosi differenziali: Disturbo di Rett, Disturbo Disintegrativo dell'Infanzia, Disturbo di Asperger, Schizofrenia (in diagnosi aggiuntiva), Mutismo Selettivo, Disturbo della Espressione del Linguaggio e Disturbo Misto della Espressione e della Ricezione del Linguaggio, Ritardo Mentale (in diagnosi aggiuntiva), Disturbo da Movimenti Stereotipati (in diagnosi aggiuntiva), Iperattivita', Deficit di Attenzione.
Epidemiologia:
Non risultano evidenti prevalenze geografiche od etniche, ma risulta una prevalenza di sesso (viene diagnosticato nei maschi nella misura di 3-4 volte maggiore ai casi osservati nelle femmine). La crescita media del Disturbo Autistico negli studi epidemiologici mostra un incremento delle diagnosi tra il 1975 e il 2009 da un caso su 5000 a un caso su 110 [3]. Altre ricerche [4] mostrano una crescita delle diagnosi di 3-4 volte maggiore rispetto ai 30 anni precedenti. Questo elevato trend di crescita e' spiegabile, oltre che per un possibile incremento reale dei casi da imputarsi a cause non spiegate (fattori ambientali o genetici [5]), con una maggiore precisione dei criteri diagnositici, che permettono l'individuazione delle forme anche piu' lievi, una maggiore diffusione di procedure standard per la diagnosi, una maggiore sensibilizzazione delle famiglie e degli operatori e un aumento generalizzato dei Servizi delle comunita'.
Familiarita': Si osserva la presenza del Disturbo in una percentuale maggiore del 5% tra fratelli.
Decorso: Solo una piccola percentuale dei soggetti riesce a vivere e lavorare in modo indipendente o parzialmente indipendente (un terzo dei casi).
Cure: Gli interventi riabilitativi e psicoeducativi per il Disturbo Autistico, validati empiricamente, si basano sulla teoria di stampo cognitivo-comportamentale. In questo senso viene considerato l'autismo come una sindrome con un pattern comportamentale a base neurobiologica i cui singoli elementi possono dare luogo ad atteggiamenti disfunzionali che possono essere modificati grazie a specifici programmi, strutturati ad hoc. Quindi, le pratiche cognitivo-comportamentali sviluppano comportamenti adattivi che tentano di ridurre i comportamenti-problema attraverso interventi pianificati che possono essere estesi dai terapisti ai familiari con cui il soggetto ha rapporti quotidianamente. Nel 2013 e' stata pubblicata una ricerca sul 'Journal of Child Psychology and Psychiatry' dal titolo 'Optimal Outcome in individuals with a history of autism'[6] che mostra risultati molto incoraggianti ottenuti su un campione di 34 soggetti e la quale diagnosi era di Disturbo Autistico. Un'altra ricerca [7] ha cercato di dare spiegazioni su quali siano i motivi secondo i quali, bambini affetti da autismo (con diagnosi avvenuta sotto i 5 anni),escono dalla condizione di Disturbo Autistico con percentuali che arrivano fino al 25% dei soggetti studiati(errore di diagnosi o efficacia della terapia?).
Normativa:
Legge 5 febbraio 1992, n.104 Legge 3 marzo 2009, n.18
Linea Guida 21 - LG21
Linea Guida 21 - LG21 - Dibattito
Tavolo Nazionale di Lavoro sull'Autismo
Curiosita': Il 2 aprile e' stata istituita dalle Nazioni Unite (con la risoluzione 62/139 del 18 dicembre 2007) la Giornata Mondiale della Consapevolezza dell'Autismo. 

Bibliografia:
[1] DSM IV TR - Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, 2000. Andreoli, Cassano, Rossi.
[2] Psychological markers in the detection of autism in infancy in a large population, British Journal of Psychiatry,168,158-163, 1996. Baron-Cohen S, Cox A, Baird G, Swettenham J, Nightingale N, Morgan K, Drew A, Charman T. Source: Department of Experimental Psychology, University of Cambridge. Abstract:
BACKGROUND:
Investigation to see if there are key psychological risk indicators for autism in a random population study of children at 18 months of age; and to assess how well these discriminate children who receive a diagnosis of autism from other forms of developmental delay. METHOD:
Sixteen thousand children in the southeast of England were screened for autism by their health visitor or GP, during their routine 18-month-old developmental check-up, using the CHAT (Checklist for Autism in Toddlers). From a previous high-risk study we predicted that children at 18 months of age who failed three items ('protodeclarative pointing', 'gaze-monitoring', and 'pretend play') would be at risk for receiving a diagnosis of autism. From other evidence, we further predicted that those 18-month-olds who failed one or two of the key items (either pretend play, or protodeclarative pointing and pretend play) would be at risk for developmental delay without autism. RESULTS:
Twelve children out of the total population of 16,000 consistently failed the three key items. Of these, 10 (83.3%) received a diagnosis of autism. Thus, the false positive rate was 16.6% (2 out of 12 cases), and even these 2 cases were not normal. When the 10 children with autism were reassessed at 3.5 years of age, their diagnosis remained the same. Thus the false positive rate among the cases diagnosed with autism was zero. In contrast, of 22 children who consistently failed either protodeclarative pointing and/or pretend play, none received a diagnosis of autism, but 15 (68.2%) received a diagnosis of language delay. CONCLUSIONS:
Consistent failure of the three key items from the CHAT at 18 months of age carries an 83.3% risk of autism; and this pattern of risk indicator is specific to autism when compared to other forms of developmental delay.
fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8837904 [3] Weintraub K, Nature 2011, 'Autism counts'
[4] Frombonne, 2003; Yeargin-Allsopp et al., 2003)
[5] Si vedano gli studi della Dr. Hertz-Picciotto, tra i quali: 'The Rise in Autism and the Role of Age at Diagnosis'. Epidemiology: January 2009 - Volume 20 - Issue 1 - pp 84-90.
Abstract:
Background: Autism prevalence in California, based on individuals eligible for state-funded services, rose throughout the 1990s. The extent to which this trend is explained by changes in age at diagnosis or inclusion of milder cases has not been previously evaluated. 
Methods: Autism cases were identified from 1990 through 2006 in databases of the California Department of Developmental Services, which coordinates services for individuals with specific developmental disorders. The main outcomes were population incident cases younger than age 10 years for each quarter, cumulative incidence by age and birth year, age-specific incidence rates stratified by birth year, and proportions of diagnoses by age across birth years. 
Results: Autism incidence in children rose throughout the period. Cumulative incidence to 5 years of age per 10,000 births rose consistently from 6.2 for 1990 births to 42.5 for 2001 births. Age-specific incidence rates increased most steeply for 2- and 3-year olds. The proportion diagnosed by age 5 years increased only slightly, from 54% for 1990 births to 61% for 1996 births. Changing age at diagnosis can explain a 12% increase, and inclusion of milder cases, a 56% increase. 
Conclusions: Autism incidence in California shows no sign yet of plateauing. Younger ages at diagnosis, differential migration, changes in diagnostic criteria, and inclusion of milder cases do not fully explain the observed increases. Other artifacts have yet to be quantified, and as a result, the extent to which the continued rise represents a true increase in the occurrence of autism remains unclear.
fonte: http://journals.lww.com/epidem/pages/articleviewer.aspx?year=2009&issue=01000&article=00016&type=abstract 
[6] 'Optimal outcome in individuals with a history of autism'. Journal of Child Psychology and Psychiatry. Volume 54, Issue 2, pages 195-205, February 2013.
Background: Although autism spectrum disorders (ASDs) are generally considered lifelong disabilities, literature suggests that a minority of individuals with an ASD will lose the diagnosis. However, the existence of this phenomenon, as well as its frequency and interpretation, is still controversial: were they misdiagnosed initially, is this a rare event, did they lose the full diagnosis, but still suffer significant social and communication impairments or did they lose all symptoms of ASD and function socially within the normal range? 
Methods: The present study documents a group of these optimal outcome individuals (OO group, n = 34) by comparing their functioning on standardized measures to age, sex, and nonverbal IQ matched individuals with high-functioning autism (HFA group, n = 44) or typical development (TD group, n = 34). For this study, 'optimal outcome' requires losing all symptoms of ASD in addition to the diagnosis, and functioning within the nonautistic range of social interaction and communication. Domains explored include language, face recognition, socialization, communication, and autism symptoms. 
Results: Optimal outcome and TD groups mean scores did not differ on socialization, communication, face recognition, or most language subscales, although three OO individuals showed below-average scores on face recognition. Early in their development, the OO group displayed milder symptoms than the HFA group in the social domain, but had equally severe difficulties with communication and repetitive behaviors. 
Conclusions: Although possible deficits in more subtle aspects of social interaction or cognition are not ruled out, the results substantiate the possibility of OO from autism spectrum disorders and demonstrate an overall level of functioning within normal limits for this group.
fonte: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/jcpp.12037/abstract
[7] Can children with autism recover? If so, how? Neuropsychol Rev. 2008
Abstract:
Although Autism Spectrum Disorders (ASD) are generally assumed to be lifelong, we review evidence that between 3% and 25% of children reportedly lose their ASD diagnosis and enter the normal range of cognitive, adaptive and social skills. Predictors of recovery include relatively high intelligence, receptive language, verbal and motor imitation, and motor development, but not overall symptom severity. Earlier age of diagnosis and treatment, and a diagnosis of Pervasive Developmental Disorder-Not Otherwise Specified are also favorable signs. The presence of seizures, mental retardation and genetic syndromes are unfavorable signs, whereas head growth does not predict outcome. Controlled studies that report the most recovery came about after the use of behavioral techniques. Residual vulnerabilities affect higher-order communication and attention. Tics, depression and phobias are frequent residual co-morbidities after recovery. Possible mechanisms of recovery include: normalizing input by forcing attention outward or enriching the environment; promoting the reinforcement value of social stimuli; preventing interfering behaviors; mass practice of weak skills; reducing stress and stabilizing arousal. Improving nutrition and sleep quality is non-specifically beneficial. 
fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19009353 

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venerdì 2 agosto 2013


NUORO: SUPPORTO PSICOLOGICO PER I DISOCCUPATI

Colloqui individuali, con frequenza settimanale, per aiutare a migliorare le condizioni psicofisiche delle persone in difficoltà


del 01/08/2013

Partirà a breve il nuovo progetto, proposto dall’ Assessore al Lavoro e alle Politiche Sociali della Provincia di Nuoro, Giuseppe Dessena, ed approvato nei giorni scorsi dall’ Ordine degli Psicologi della Sardegna, che permetterà agli psicologi della provincia di Nuoro, attraverso la definizione di un Protocollo d’Intesa stipulato tra la Provincia e l’Ordine, di prestare volontariamente la loro professionalità nel servizio di supporto psicologico per i disoccupati. “Con questo progetto, che sarà presto formalizzato attraverso un Protocollo d’Intesa tra la Provincia e l’Ordine degli Psicologi,  si vuole intervenire su un altro lato oscuro causato dalla crisi, lo scoramento individuale e collettivo, gli stati d’ansia, la paura del futuro e del presente. 
"Credo che questo servizio sperimentale, unico in Sardegna, che da qui a breve decollerà  – ha sottolineato l’assessore Dessena - sarà la conferma di quanto un Ente locale, prossimo e sensibile al bisogno, possa concretamente fare in sinergia con gli altri attori sociali, istituzionali, professionali. Questa è l’ennesima riprova di una Provincia che ha ben presente il sentimento della solidarietà – ha dichiarato Dessena -. Ringrazio per questo l’Ordine degli Psicologi della Sardegna per aver accolto la mia proposta e tutti i professionisti che hanno già dato la loro disponibilità ad erogare il servizio gratuitamente. Spero – ha concluso Dessena -  che altri professionisti manifestino presto  la volontà di far parte di questa rete, che, attraverso un dispiegamento di risorse umane, di competenze e della continua ricerca di sinergie tra le Istituzioni può realmente contribuire a lenire gli effetti devastanti causati dalla crisi”. 
La metodologia del progetto, in via sperimentale per la durata di un anno, consiste nell’attivazione di colloqui individuali negli stessi studi degli psicologi che, con frequenza settimanale, daranno la loro disponibilità a donare il proprio tempo (1/2 ore) per aiutare a migliorare le condizioni psicofisiche delle persone in difficoltà e, indirettamente, delle loro famiglie. 

fonte:

martedì 30 luglio 2013

Le professioni d'aiuto: la gestione efficace delle relazioni del lavoro nel Sociale

E' partito il progetto interregionale di "Alta Formazione in Rete" 2013 permette ai laureati (occupati o disoccupati) e ai diplomati (occupati o in mobilità) di ricevere un voucher per la frequenza gratuita di un corso di specializzazione a catalogo. 
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lunedì 22 luglio 2013

La Psicologia è una scienza a tutti gli effetti?



La maggior parte delle Università ha un dipartimento di psicologia, così come  è presente un dipartimento di biologia. 


Nelle scuole superiori, la psicologia è considerata uno studio sociale, di tanto in tanto una scienza sociale, mentre la biologia è considerata una scienza.
L'implicazione di tali dichiarazioni è significativa e si riferisce allo stato della psicologia confrontata con le altre discipline.
Gli insegnanti di psicologia sono ben consapevoli del potere del linguaggio per modellare il pensiero.

Sappiamo tutti che il modo in cui si struttura una domanda influenza la risposta. Così, quando si distingue tra le scienze e le scienze sociali, stiamo inviando un messaggio sul nostro status: non siamo una scienza come le altre, anzi, siamo qualcosa di diverso dalla scienza.

Quotidianamente, la psicologia viene definita come una scienza "sociale" - spesso scritto con le virgolette - sminuendone di fatto, l'effettivo impatto che ha sulle altre scienze mediche, sociali e naturali.
Ma l'impatto della Psicologia è notevole.

Ma l'impatto della Psicologia è notevole.


Boyack, Klavans e Borner (2005) hanno esaminato un milione di articoli di ricerca scientifica per identificare le interrelazioni tra le varie scienze. Essi hanno identificato sette aree della scienza designate come centri di influenza: matematica, fisica, chimica, scienze della terra, medicina, scienze sociali e psicologiche.
La psicologia influenza una vasta gamma di altre discipline scientifiche (Cacioppo 2007).

Un’altra buona notizia dimostrata dai ricercatori è che i corsi di psicologia favoriscono l'alfabetizzazione scientifica. I ricercatori Jeff Holmes e Barney Beins hanno valutato l’alfabetizzazione scientifica tra gli studenti durante il percorso di studi. C'è stata una chiara tendenza al rialzo. Al contrario, il grado di alfabetizzazione scientifica non era correlata al numero dei corsi di scienze naturali che gli studenti avevano completato (Holmes & Beins, 2008).

Inoltre, tra gli studenti universitari di qualche decennio fa, gli studenti di psicologia hanno dimostrato una maggiore abilità nel ragionamento logico, in quello statistico e metodologico rispetto agli studenti universitari di chimica (Lehman, Lempert, e Nisbett, 1988). Questo non vuol dire che gli studenti di chimica erano meno abili nella loro disciplina rispetto agli studenti di psicologia. Piuttosto, questi risultati mettono in rilievo uno dei notevoli punti di forza della formazione in psicologia, ovvero quello di favorire lo sviluppo del pensiero critico.

I dati sono incontrovertibili. La psicologia è una disciplina eccellente per imparare a pensare in modo critico ed in maniera scientifica.
Purtroppo, le persone solitamente non sono disposte a cambiare idea in base ai dati (a meno che non abbiano una formazione in psicologia, ovviamente).

Cosa si può fare in favore della psicologia?


Si può usare il linguaggio per intervenire su questa situazione. La Dartmouth University ha cambiato la denominazione al suo dipartimento in Department of Psychological and Brain sciences nel 1990. Da allora, un certo numero di dipartimenti ha adottato misure simili. Ci sono numerosi dipartimenti di scienza psicologica in tutto il paese (Jaffe, 2011).

Dovremmo applicare questa modifica anche alle nostre conversazioni quotidiane. Quando i nostri amici e colleghi parlano di scienze, dobbiamo chiarire di che tipologia di scienza si tratti. Ci sono scienze biologiche, scienze fisiche, e certamente non meno importante, le scienze psicologiche. Non è più accettabile che la psicologia non sia considerata una scienza a tutti gli effetti.


Articolo di Bernard C. Beins, tratto da: http://www.apa.org/index.aspx
Pubblicato su http://www.opsonline.it

giovedì 18 luglio 2013

Usaccessibilita'


Il nostro gruppo fornisce, tra gli altri servizi, consulenza e formazione in materia di Usabilita' e Accessibilita'.
Da anni proponiamo delle soluzioni che possano fare convivere due realta' apparentemente distanti ma che, nella rete, devono articolarsi insieme. "Credere che un sito web che rispetti le verifiche di accessibilita' WAI sia automaticamente un sito usabile, o che qualunque sito, per essere usabile, debba rispettare le norme di accessibilita' WAI, e' un errore". Il WAI (Web Accessibility Initiative), un gruppo di lavoro costituito dal W3C, ha generato il WCAI (Web Content Accessibility Initiative) un iniziativa che ha prodotto una serie di documenti contenenti principi e linee guida cui attenersi per realizzare contenuti web che siano accessibili al maggior numero di persone possibili. Lo scopo di questa iniziativa e' quello di rendere accessibile un sito internet a utenti con vari gradi di disabilita' fisiche e cognitive e con vari dotazioni software e hardware minoritarie o particolari. L'obiettivo dell'accessibilita' e' quello di rendere accessibile e disponibile un portale web alla maggior parte degli utenti on line (http://www.usabile.it). La Legge Stanca (04/2004) definisce l'accessibilita' come "la capacita' dei sistemi informativi, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilita' necessitano di tecnologie assistite o configurazioni particolari". I portali web delle pubbliche amministrazioni italiane devono, per legge, rispettare i parametri di accessibilita'. Un sito accessibile deve essere quindi utilizzabile da chiunque (Polillo, 2006). L'accessibilita' lavora seguendo alcune linee guida, generalizzando, e non personalizzando, forme, struttura e contenuti di un sito web. L'accessibilita' focalizza la sua attenzione al codice e alla compatibilita' al fine di rendere un sito "universale", ovvero utilizzabile e fruibile dall'intera popolazione. 
grafico usabilita' e accessibilita'

L'usabilita' invece osserva le caratteristiche, le esigenze, i bisogni, i desideri e i comportamenti degli utenti per il quale il sito deve essere creato. L'usabilita' crea siti web sulla base di una particolare categoria di utenti (target di riferimento), indagando punti di forza e debolezza, criticita' e potenzialita' del prodotto, indicando un percorso condiviso di miglioramento: solo osservando e parlando con gli utenti possiamo sapere se un contenuto e' chiaro, se e' stato capito e se il sito e' navigabile (http://www.usabile.it). L'accessibilita' e' una questione di compatibilita' tecnica, di chiarezza di comunicazione, di fruibilita' dei contenuti: la navigazione mira ad un accesso universale e standardizzato. L'usabilita' invece si occupa degli utenti finali, studiando il loro comportamento e individuando le loro emozioni durante nell'interazione con l'interfaccia. Vi saranno elementi che andranno certamente standardizzati, ma altri che andranno progettati caso per caso, sulle specifiche esigenze degli utenti-target.